La sequenza logica del caso Orlandi e le troppe coincidente mai state valutate correttamente

    Non si può raccontare il caso Orlandi-Gregori se NON si ammette che i rapimenti di Mirella e di Emanuela sono due mondi diversi. Forse le ragazze hanno incrociato lo stesso destino e forse ci sono elementi e uomini in comune nelle due sparizioni ma non i moventi.

    Questo è ciò che si sente ripetere spesso in televisione e sui principali quotidiani. Per il resto, ognuno è libero di credere a ciò che vuole. Oggi le intuizioni sono merce rara e, se non seguono il solco tracciato dai grandi media, tendono ad avere scarso valore. Le mie ipotesi, se possono essere utili, si possono leggere; diversamente, restano semplicemente un racconto.

    Mi sono sempre chiesta come mai Mario Meneguzzi fosse immancabilmente presente ogni volta che arrivavano le telefonate dei telefonisti. Com’è possibile che non mancasse mai? Anche questa può essere considerata una coincidenza, forse di poco conto, ma resta una presenza determinante in tutta la vicenda. Inoltre, lo stesso Meneguzzi, ancora una volta per un’altra apparente casualità, introduce in casa Orlandi gli agenti del Sisde. Certo, la figlia di Mario aveva rapporti con Gangi e questo potrebbe far pensare a una semplice questione di apparenze; ma anche in questo caso ci si trova al di fuori di una normale e rassicurante comprensione dei fatti.

     

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